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Bartoli design intervista video

Noi lavoriamo insieme da 20 anni – da piu’ di 20 anni – Carlo ha 55 anni di lavoro alle spalle e continua a lavorare… Cerchiamo di mandarlo in pensione ma non riusciamo! In realtà è un modo per vivere, perchè il lavoro, questo lavoro, è sempre stata la mia vita e non riesco a fare il pensionato e devo dire che è sempre un bel lavoro. Poi potete cancellare quello che sto dicendo! Bartoli design… siamo 3 moschettieri, diciamo, ma effettivamente abbiamo uno staff collaboratori con i quali lavoriamo da molti anni; lavoriamo molto con i modelli fisici e qui nel nostro studio abbiamo un laboratorio. Diciamo che lo studio è piccolo ed è come una bottega in cui tutti collaboriamo agli stessi progetti contemporaneamente e quasi sempre i progetti sono il risultato di un lavoro a piu’ mani. Siccome ci occupiamo di design e architettura, anche questo aspetto – questa doppia attività è stata abbastanza importante per stimolarci e per dare un taglio al nostro lavoro, che deriva anche dall’esperienza che facciamo come architetti. Molte sedie e molti tavoli, in realtà sono dei temi ricorrenti, perchè abbiamo disegnato dei prodotti di successo e quindi le aziende – nel bene e nel male – vengono a chiedere prodotti di questo tipo. Diciamo che la nostra formazione è di architetti – siamo laureati in architettura – e il fatto di avere questa dualità fra architettura e design ci ha permesso di spaziare dall’ arredo bagno all’edilizia a pianificazione su scala maggiore. Parliamo un istante degli inizi, quando loro non c’erano ancora, non erano neanche bambini… io faccio l’ architetto, lo studio è nato come studio di architettura, come si faceva architettura allora, a livello di uno studente che è diventato poi architetto. Il passaggio al design è nato per me come un fatto naturale per me, un po’ per le delusioni avute dal rapporto con l’architettura e un po’ per una questione, piu che di necessità, di istinto, di capacità di fare certe cose meglio di altre; poi negli anni questo filone, questo seme che è nato un po’ x caso del lavoro sul design, si è sviluppato in un periodo fantastico, che allora sembrava molto difficile invece era facilissimo confrontato con quello che sta succedendo oggi. Quando io ho cominciato a fare design il periodo era particolarmente fecondo, di fatto il design italiano ha cominciato a prendere corpo e a diventare sostanza attorno agli anni ’60 – sotto profilo sono stato molto fortunato perchè mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto – nel posto giusto in Brianza perchè mi ricordo che arrivavano degli artigiano che mi dicevano “architetto mi faccia un disegnino” e io gli dicevo “che disegnino vuoi che ti faccia”… Primo focus del designer era il prodotto, lo sviluppo fisico del prodotto: ormai si parla di strategie, di lifestyle, di comunicazione perchè il prodotto nn vive di vita propria ma in un contesto e quindi è fondamentale considerare tutto quello che ci sta attorno. Bisogna in qualche modo fermarsi a pensare e dare valore ai prodotti: come? raccontando delle storie, costruendo attorno al prodotto un contesto adeguato per valorizzare il lavoro svolto dal designer e dall’azienda. Agli inizi c’ era uno studio delle forme e della tecnologia per realizzarle e del tipo di uso a fronte di certe necessità che esistevano, i prodotti dovevano essere disegnati perchè non c’erano. Come dice il linguaggio della parola, le forme hanno i loro significati. E’ importante quindi il feeling che abbiamo stabilito con queste 3 persone che lavorano con nƒoprooi da piu’ tempo, perchè hanno delle competenze complementari fra di loro e hanno un feeling con noi che rende fluido il nostro processo di progettazione. Che dire del contesto? siamo vicini a Milano e quindi… dicono che Milano sia il centro del design… non so se Milano sia realmente il centro del design oggi, ma il fatto di respirare l’ atmosfera qui in anni diversi, fino a oggi, noi piu’ recentemente, penso abbia dato un’ impronta al nostro lavoro di progettisti. Pian piano tiriamo fuori il materiale per scrivere un libro.