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Bartoli Design: la collaborazione con Kristalia

La collaborazione con Kristalia Prima di tutto è un apprezzamento per la capacità straordinaria che si è manifestata nel tempo da parte di Ruggero Magrini di evolversi e di acculturarsi, perchè quando io l’ho conosciuto – avrà avuto altre forme di cultura – ma per il design non c’era questa cultura e aveva una produzione alla quale io mi sono in qualche modo avvicinato, perchè mi aveva chiesto di disegnare altre cose, ma erano cose che non condividevo. Però siccome uno degli aspetti che mi viene rimproverato talvolta dai figli – che io ho sempre avuto – è quello di non rifiutare il dialogo col committente e quindi se il committente è capace di produrre e di vendere certe cose bisogna cercare di disegnarli cose che lui possa produrre e vendere: questo è un punto fondamentale che vale per gli insegnamenti da dare agli studenti. Per la domanda che tu mi hai fatto, la risposta è che quando io ho conosciuto Ruggero, la produzione era molto barocca (poi lo cancellate!) e io ho disegnato qualcosa che in qualche modo potesse convivere – abbiamo ripulito un po’ – però erano cose completamente diverse da quelle che poi hanno determinato veramente il rapporto con Kristalia. Il rapporto con Kristalia si è evoluto, è nato quando Ruggero Magrini ha cominciato ad avere qualche proposta da noi piu’ giusta e devo dire che è stato molto intelligente perchè ha colto il significato di queste cose e poi è andato avanti, ha proseguito. Con la Kristalia di adesso voi non riuscire a immaginare come era allora, perchè adesso è legata a tutta una serie di comunicazione – fondamentale questo – al modo di sviluppare il rapporto con i designer giusti, destinati proiettati su un mercato giusto. Voi avete in mente a chi dovete vendere e come dovete comunicare a questa gente; quelle cose che dicevamo prima si sono manifestate molto bene col rapporto con Kristalia che è un’ azienda – io lo dico – che a me piace. Il rapporto comunque è nato con i prodotti, cito… la Bebop per esempio… mi piaceva molto l’ idea di usare il materiale in un certo modo, usando la flessibilità del compensato per adeguarlo alla forma e realizzare una forma strutturalmente robusta con un materiale leggerissimo… tutto un discorso molto accattivante per me, molto bello che difficilmente poteva essere comunicato al pubblico, però Ruggero ha tentato di farlo. Poi sono nati dei prodotti, che sono Sushi e poi Joko… La rivoluzione è stata verso prodotti in cui ci siano dei contenuti formali molto rigorosi, ma anche tecnici e funzionali altrettanto interessanti, quindi l’evoluzione forse è stata proprio quella di riuscire a costruire delle forme interessanti, ma anche proporre delle prestazioni che hanno determinato il successo di alcuni prodotti e di conseguenza anche dell’azienda. Tant’è che nel caso di Sushi poi questa forma minimale è stata copiata anche dai concorrenti che evidentemente hanno colto la sostanza del prodotto ma non sono stati altrettanto abili nello sviluppare una famiglia di prodotti come invece ha fatto Kristalia. Ma soprattutto direi comunicarli con coerenza ai proprio clienti e mantenerli in vita con una comunicazione adeguata; uno degli aspetti che consegue da questo modo di essere di Kristalia è questa possibilità di collocare certe cose che, sul progetto e sul prodotto e sui progettisti sono fondamentali per chi utilizza il prodotto. Negli altri casi il prodotto è talmente qualcosa di anonimo che arriva scodellato dal computer, dalle stampanti, dal rapporto a distanza, e che fa talmente fatica ad avere quella sostanza… Sono veramente apprezzabili, sono fondamentali, questi modi di comunicare che fanno, che coinvolgono il possibile utilizzatore nella storia del prodotto, nella sua nascita, cioè fanno veder cosa c’è dietro il prodotto. Dopo questa presentazione, che mi sembra sia stata nel 1998, in realtà, è vero che i primi prodotti che abbiamo proposto sono stati una specie di ponte tra quella che era Kristalia di allora e quella che è diventata nel giro di pochi anni, ma appunto questa fase è stata molto breve, è durata un anno. Già dopo un anno, un anno e mezzo, Ruggero è stato in grado di cogliere l’opportunità, le prospettive che ci potevano essere dando un indirizzo piu’ rigoroso, una strategia piu’ rigorosa alla sua azienda e la grande capacità, lavorando insieme, è stata quella di cogliere quell’impronta culturale che abbiamo cercato di trasmettergli inizialmente e di portarla avanti abbinandola a delle strategie e degli obiettivi chiari; è raro trovare delle aziende che poi siano capaci nel tempo di perseguire un obiettivo anche in momenti magari di crisi un po’ difficili, con tutto quello che può succedere nella vita di un’azienda. Sicuramente molto apprezzabile è la costanza e questa chiarezza di intenti che ha avuto Ruggero nello sviluppare il suo progetto di impresa; non capita spesso di trovare un’azienda che ha la costanza di perseguire un’idea precisa e non si lascia travolgere magari dalle mode, dai momenti di crisi o da chi gli racconta che ha bisogno di un prodotto piuttosto che dell’altro; quindi, la lucidità di tracciare un percorso e decidere quali sono le risorse necessarie, quindi strutturarsi anche per riuscire a percorrerlo nel modo migliore. La capacità di scegliere i collaboratori giusti è fondamentale; in questo caso Ruggero si è dimostrato un imprenditore molto efficace. Il Sushi è stato un prodotto fondamentale anche se non è l’ultimo e magari non è neppure quello che da un punto di vista formale ad oggi mi può interessare di piu’ tra le proposte che abbiamo fatto a Kristalia, però è stato talmente importante per noi e per l’azienda che lo definirei il piu’ significativo nel nostro rapporto con Kristalia, intanto perchè siamo partiti tutto sommato da un briefing piuttosto arido e quindi essere riusciti nell’ambito di quel tema a trovare questa soluzione e a svilupparla fino a farla diventare un sistema, il tutto in modo così significativo per l’azienda e appunto indirettamente riconosciuto dal fatto che tante altre aziende, o semplicemente ne parlavano, oppure hanno imitato il prodotto, è stata una grande soddisfazione alla fine. Quindi dal mio punto di vista rimane quello il prodotto piu’ significativo e poi cos’è successo, che secondo me ha anche segnato una maturità nell’azienda e nel nostro progetto per l’azienda perchè forse è stata la prima volta che Kristalia ha affrontato un progetto con l’approccio tecnico, tecnologico e rigoroso, che da lì in poi ha contraddistinto tutti i prodotti. Quindi sicuramente c’è stata una maturazione nella capacità di sviluppare un prodotto complesso, messo a punto perfettamente e comunicato altrettanto in sostanza. Joko perchè è stato un processo lungo, una gestazione lunga, un lavoro di sottrazione sulle forme, sono affezionato a questo prodotto perchè penso che in questo caso abbiamo raggiunto effettivamente un equilibrio tra la forma e quanto… non è possibile togliere oltre. Quindi è un lavoro proprio lento sul modello, bisogna proprio dire che il modello in questo caso nel processo di sviluppo di Joko è stato fondamentale perchè il computer in questo caso è arrivato solamente a posteriori, quindi l’affezione al prodotto è derivata anche dal questo lavoro fisico che è stato fatto sul prodotto.